Il 4 dicembre saremo chiamati esclusivamente per dire
Si o No alla riforma costituzionale voluta dal Governo Renz. Non si tratterà di
un voto sull’esecutivo. Ognuno di noi sarà chiamato a condividere o no quanto
il Parlamento ha legiferato.
Personalmente voterò No, perché credo che il fine
ultimo di questa revisione costituzionale è esclusivamente volta a dare più
poteri all’esecutivo. Bisognava prevedere un bilanciamento con pesi e contrappesi,
mentre in questo modo diminuisce la sovranità popolare.
Voterò No in quanto:
·
I cittadini non voteranno più i senatori, infatti, i 95
membri del Senato saranno eletti dai Consigli regionali e dalle province
autonome di Trento e Bolzano tra i consiglieri regionali e fra i sindaci dei
comuni dei rispettivi territori. Cinque senatori potranno essere nominati per cinque
anni dal Presidente della Repubblica. Insomma, il
sistema vota se stesso, come oggi avviene in Sicilia con le città metropolitane,
dove abolendo fittiziamente le province è stato tolto il diritto di voto ai
cittadini. Mentre per la Camera, che rimane com’è adesso, la Costituzione
recita chiaramente che è eletta a suffragio universale diretto.
·
Mette assolutamente fine al
bicameralismo perfetto ma creando un bicameralismo confuso. Questo senato così
composto, infatti, potrà legiferare, e quindi mantenere il potere legislativo, per
le leggi costituzionali e le altre leggi costituzionali, per le leggi che
determinano l’ordinamento, la legislazione elettorale, per la formazione e
attuazione della normativa europea, che oggi incide pesantemente sulla
legislazione degli stati dell’Unione, e su altre materie. Inoltre, se lo
richiede potrà intervenire nell'iter legislativo della camera, entro dieci
giorni, su richiesta di un terzo dei senatori. Infine, nel caso in cui alla
Camera ci fosse una maggioranza diversa da quella del Senato, proprio per
questo bicameralismo confuso, ci sarebbe l’empasse legislativa.
·
I senatori essendo
consiglieri regionali e sindaci non potranno seguire l'iter legislativo a pieno
e si abbasserà ancora di più il livello di competenza. Sappiamo benissimo come
i Sindaci già hanno mille problemi da risolvere per le proprie città e quindi avremo
dei senatori part time. Cosa succederebbe se qualcuno di essi si dovesse
occupare di un procedimento legislativo e nello stesso momento, per ragioni
contingenti alla Regione o al Comune, dovesse decadere? Ciò inficerebbe lo
stesso procedimento legislativo.
·
Il nuovo Senato non sarà
rappresentativo dei territori perché se davvero si sarebbe voluto fare una revisione
costituzionale con un senato federale, allora si sarebbe dovuto fare come
avviene in Germania, dove il
Senato (Bundesrat) è composto da 69
membri nominati dai governi dei Lander, cioè gli Stati della federazione. In
base allapopolazione a ogni Stato viene attribuito
un numero di senatori, da tre a sei. La durata del loro
mandato coincide con quella del governo dei Lander che rappresentano. I senatori
tedeschi, inoltre, esercitano le loro funzioni con un vincolo di mandato, nella
nostra no, e le deliberazioni dell'assemblea avvengono “per delegazione”.
Ovvero, i senatori di ogni Lander votano in modo uniforme. Il Bundesrat non dà la
fiducia al governo e può inviare proposte di legge all'altra camera (il Bundestag) dopo
essersi espresso, a maggioranza, sulle proposte avanzate da uno o più stati.
L'iniziativa legislativa del Bundesrat, quindi, è attribuita
al complesso dell'assemblea, non ai singoli senatori.
Uno dei punti di forza di chi si fa promotore del Si è
che ci sarà un risparmio ma va ricordato che con il nuovo senato i senatori
continueranno a prendere 3500 euro di diaria, 1650 euro per spese generali,
2090 euro per l'esercizio di mandato. Si sarebbe potuto risparmiare con il
taglio dell’intera Camera, 630 deputati, e l’elezione diretta del Presidente
della Repubblica, come pure semplicemente diminuendo l’indennità dei deputati.
Ci dicono pure che si velocizzerà l’iter legislativo,
ma abbiamo dimostrato che potrebbe non essere così, come se il problema
dell’Italia è il numero delle leggi. Le leggi ci sono e sono troppe, il tema è l’applicazione
delle stesse.
Per quanto riguarda il Titolo V va ricordato che la
revisione riguarda la modifica costituzionale approvata dal centrosinistra nel
2001. Insomma, andrebbe detto chiaramente dal segretario/presidente di un
governo di centrosinistra che quella modifica fu un pasticcio.
Con tutti i problemi che ha l’Italia, disoccupazione,
precarietà, assistenza sanitaria per pochi, crisi, tassazione elevata, povertà,
è molto grave aver tenuto il Parlamento impegnato per creare questa pseudo
riforma.
Io voto No perché credo che la Costituzione scritta da chi ha
combattuto per la libertà di questo paese sia migliore di quella di chi oggi la
vuole deformare creando un pasticcio all’italiana.
Dott. Giuseppe Crapisi
Comitato per il No di Corleone
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